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Esportare confetture e marmellate negli Stati Uniti

Il mercato statunitense delle marmellate e delle gelatine è decisamente stabile e con un tasso di crescita costante, sia per quanto riguarda il valore del prodotto sia per quanto riguarda il suo consumo.

Il mercato statunitense delle marmellate e delle gelatine è decisamente stabile e con un tasso di crescita costante, sia per quanto riguarda il valore del prodotto sia per quanto riguarda il suo consumo.
Il fattore che più influisce sul consumo crescente di marmellate e gelatine negli USA è la preferenza del consumatore per prodotti alimentari più convenienti e sani.
L’Italia è uno dei principali esportatori di agroalimentari negli Stati Uniti e la sua presenza nell’etichetta di un prodotto è un simbolo di garanzia per il consumatore americano, in termini di salubrità e qualità del prodotto. Investire quindi nell’esportazione di marmellate negli USA è sicuramente un’ottima strategia, soprattutto in questo momento di crescita nel mercato delle confetture, dal momento che gli USA favoriscono gli investimenti esteri, soprattutto per ciò che concerne l’agroalimentare.
Prima di investire sugli Stati Uniti e pensare di aprire un’eventuale filiale o società, è necessario conoscere a fondo le norme doganali, di protezione delle frontiere e sulla gestione degli alimenti importati.
Di seguito verranno trattati vari aspetti, dall’etimologia dei termini americani che si riferiscono ai suddetti prodotti, agli accorgimenti da prendere in considerazione nel processo di esportazione.

Esportare marmellate e confetture negli Stati Uniti

 

Nel momento in cui si decida di investire nell’esportazione, è d’obbligo conoscere gli enti regolatori e le norme doganali statunitensi con cui ci si imbatterà.

FDA

Il primo ente americano con cui ci si imbatte nell’esportazione di alimentari negli Stati Uniti è l’FDA (Food and Drug Administration). In sostanza questo ente si occupa di assicurare ai consumatori americani che gli alimenti a loro destinati siano salubri, sicuri ed igienici. (Più info sull’FDA qui: Registrazione FDA, cos’è e a cosa serve)

Nell’articolo sono specificati inoltre degli accorgimenti dettati dall’FDA in caso di esportazione di prodotti come le marmellate, soprattutto per quanto riguarda l’etichettatura egli ingredienti che li compongono.v

INGRESSO NEL MERCATO

Esportare negli stati uniti è un processo che deve essere preceduto da una pianificazione data la complessità del mercato statunitense degli agroalimentari e le strategie sono numerose. Di seguito ne verranno trattate alcune.

Una valida possibilità consiste nella partecipazione a fiere di settore. In questi eventi è possibile far conoscere il proprio prodotto, trovare potenziali clienti ma soprattutto individuare i competitor. Un esempio è il “The Marmalade Jam Fest”, che ogni anno si tiene a Salt Lake City, Utah.

Importare tramite grandi distributori di agroalimentari è una strategia vincente, va però specificato che negli ultimi anni il consumatore statunitense preferisce una garanzia per quando riguarda la presenza sul territorio dall’azienda produttrice, cioè con una struttura che permetta stoccaggio della merce, gestione dei resi e vicinanza al consumatore.

La regolamentazione e le normative sulle tasse e sulla sicurezza sono particolarmente complesse, l’esportatore potrebbe quindi fare affidamento a un agente doganale, la figura di riferimento per le aziende che vogliono liberarsi dell’ostacolo della burocrazia del CBP (Customs and BorderProtection), concentrandosi sulla produzione del proprio prodotto.

È necessario dotarsi di un sito internet che offra anche un sistema di e-commerce per facilitare l’acquisto da parte dei vari importatori.
Una possibilità da non sottovalutare è aprire una struttura come una filiale negli stati uniti. Aprire una società negli stati uniti è un processo molto più veloce e meno dispendioso che in Italia. Come accennato prima la vicinanza al consumatore americano è un fattore da tenere in considerazione. Una società aperta negli USA permette di usufruire dei finanziamenti offerti dalle banche americane.

DOCUMENTAZIONE NECESSARIA ED ETICHETTATURA

Come accennato prima, sono richiesti particolari documenti per l’esportazione, tra cui:

  • Fattura (invoice): oltre che a una descrizione dettagliata del prodotto, identifica prezzo, compratore, venditore e paese di origine.
  • Certificato di Origine e supporto delle dichiarazioni tariffarie, rilasciato dalla CCIAA.

Alla dogana devono essere presentati altri documenti, come la Dichiarazione Doganale, il Certificato di Esportazione (serve nel caso di prodotti soggetti a regolazione comunitaria dei mercati, come l’olio d’oliva) e i vari Documenti di Trasporto (bill of lading, packing list, insurance policy).

FDA-FCE

L’FDA inoltre richiede alle aziende produttrici e agli esportatori di effettuare la registrazione FCE (FoodCanning Establishment) per i prodotti a lunga conservazione, anche sigillati, come marmellate e conserve.
Per ogni famiglia di prodotti è necessario un numero identificativo, accompagnato dalla certificazione FDA, conosciuto come SID (SubmissionIdentifier).

Va però specificato che alcuni prodotti a lunga conservazione sono esentati dalla registrazione alla procedura SID a seconda del metodo di produzione e degli ingredienti utilizzati. Le eccezioni sono numerose, affidarsi quindi a un consulente è una soluzione da non sottovalutare.
E’ possibile che l’FDA al momento dell’arrivo della merce trattenga alcuni prodotti anche per diverse settimane attendendo ulteriori informazioni dai produttori, di conseguenza è buona norma allegare i vari certificati alle spedizioni.

ETICHETTATURA

La qualità della marmellata o della conserva negli Stati Uniti è dettata, oltre che dai classici fattori come la consistenza e il colore, anche dall’etichettatura che deve rispettare certi vincoli. I seguenti campi devono essere infatti necessariamente inseriti:

  • Il tipo di marmellata/conserva (esempio: Jam)
  • Lista degli ingredienti
  • Peso netto
  • Data di scadenza
  • Dati del produttore
  • Paese di origine
  • Istruzioni per l’uso dove necessario
  • I vari valori nutrizionali

DIFFERENZE DEI TERMINI JELLY, JAM, CONSERVE, MARMALADE E FRUIT BUTTER

In inglese i prodotti “in gelatina” prendono nomi diversi in base al metodo di produzione adottato e in base alla forma di frutta utilizzata.

Jellies: sono fatte con succo di frutta e zucchero. La caratteristiche che le contraddistinguono sono il loro colore chiaro e la loro capacità di mantenere uno stato solido ma allo stesso tempo una consistenza tenera.

Jams: vengono ottenute schiacciando la frutta con lo zucchero. Sono dense e conservate in vasetti. Al loro interno è possibile trovare piccoli frutti interi o pezzetti di frutta in uno sciroppo gelificato. Il colore dovrebbe essere quello del frutto utilizzato.

Conserves: sono molto simili alle “Jams”, ma son fatte combinando frutta e talvolta uvetta, noci e cocco.

Marmalades: solitamente sono fatte di agrumi e contengono pezzi di buccia sospesi in una gelatina trasparente.

FruitButter: il processo di creazione prevede l’utilizzo della polpa del frutto cotta con lo zucchero, formando una miscela densa spalmabile. Spesso contengono anche delle spezie.

(Per maggiori informazioni sui vari prodotti e sui loro ingredienti : lista dettagliata degli ingredienti)

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