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Esportare Salumi negli USA

Dal 28 Maggio 2013 è permessa negli Stati Uniti l’importazione di prodotti di “alta salumeria italiana”, come salame, coppa, speck e cotechino, da regioni come Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e dalle province di Trento e Bolzano.

Dal 28 Maggio 2013 è permessa negli Stati Uniti l’importazione di prodotti di “alta salumeria italiana”, come salame, coppa, speck e cotechino, da regioni come Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e dalle province di Trento e Bolzano. L’importazione di altri prodotti come prosciutti cotti, crudi e mortadella erano già permessi.

Queste concessioni sono state permesse grazie agli studi effettuati dall’Animal and Plant Health Inspection Services, che ha dichiarato le suddette aree geografiche “a basso rischio” per quando riguarda la malattia vescicolare del suino.

Le opportunità dell’esportazione di salumi negli Stati Uniti

Le nuove normative quindi difendono anche i prodotti italiani dall’”italian sounding”, il fenomeno cioè dei produttori che danno nomi riconducibili al “made in Italy” ai propri prodotti. (Noti casi sono ad esempio il “San Daniele” canadese o quando è stato registrato il marchio “Prosciutto di Parma DOP”).

Quali stabilimenti possono esportare

I prodotti destinati al mercato americano possono provenire solo da stabilimenti che siano stati preventivamente autorizzati dalle autorità statunitensi e devono essere provvisti di uno specifico certificato sanitario e di attestazione veterinaria.

Si deve inoltre garantire che l’impianto nel quale sono stati macellati gli animali non sia venuto a contatto con animali o carni provenienti da Regioni nelle quali la malattia vescicolare del suino sia ancora presente, ovvero che carni e/o animali non abbiano attraversato Regioni non indenni, a meno che ciò non si sia verificato, ovviamente per le sole carni, in container sigillati dall’Autorità Sanitaria di Regioni ammesse.

Caratteristiche dei salumi destinati all’esportazione

Le normative Americane sono piuttosto selettive per quanto concerne i prodotti esportabili. E’ infatti permesso esportare prodotti a base di carne cotta e sottoposti a trattamento termico che raggiunga i 69° C al cuore del prodotto oppure sterilizzati, come il cotechino. Per i prodotti a carne cruda invece la stagionatura deve essere superiore a 400 giorni.

Documentazione richiesta

Per quanto riguarda la documentazione per carni, salate o in salamoia, secche o affumicate, farine e polveri commestibili di carni (codice doganale SA 0210 ), i documenti richiesti, per l’esportazione negli Stati Uniti, sono di seguito indicati:

  • Registrazione di Stabilimento Alimentare
    Documento attestante che lo stabilimento o gli stabilimenti in cui è stata effettuata la produzione, trasformazione, confezionamento e conservazione di alimenti destinati al consumo per il mercato statunitense è/sono stati registrati presso la Food and Drug Administration (FDA). Il Ministero della salute ha pubblicato ed aggiorna regolarmente l’elenco degli stabilimenti autorizzati
  • Licenza per la fauna selvatica
    Sono definite condizioni di applicabilità specifiche per gli alimenti in cui, tra gli ingredienti, figurino anche prodotti di animali in via di estinzione. Un documento deve attestare che il titolare è autorizzato ad esportare specie di fauna selvatica. Tale documento è necessario per lo sdoganamento e l’accesso al mercato.
  • Preavviso di importazione di prodotti alimentari
    Ogni qual volta si intende esportare prodotti come quelli elencati sopra è necessario presentare con un certo preavviso un documento che annuncia l’importazione di alimenti alla FDA, che verrà descritto di seguito, alla ABI (Automated Broker Interface) o al PNSI.
    I termini per la presentazione del preavviso sono molto stringenti: non più di 15 giorni prima della data prevista dell’arrivo se l’invio è effettuato tramite PNSI e non più di 30 giorni se l’invio è effettuato tramite ABI. Questo documento deve contenere diverse informazioni, l’elenco completo nei siti sopra citati. Tra le informazioni richieste ci sono ad esempio il nome e l’indirizzo della persona che presenta la notifica, della sua azienda dell’importatore e così via.
  • Codice di Identificazione Produttore (MID)
    E’ un codice di 15 caratteri che identifica il produttore (non statunitense) di un bene, in conformità con le disposizioni di legge; può essere un prerequisito per la dichiarazione doganale di importazione o per l’entrata/consegna immediate. Per articoli aventi più di un produttore, il codice MID va indicato per ciascun produttore, separatamente.
  • Certificato sanitario per i prodotti animali
    E’ un documento rilasciato dalla ASL, attestante che i prodotti di origine animale per l’esportazione non sono infetti e non sono portatori di alcuna malattia infettiva; esso è necessario per sdoganamento e accesso al mercato; deve essere scritto in inglese e presentato in originale. Le autorità veterinarie degli Stati Uniti accettano il certificato rilasciato dall’autorità competente di uno Stato Membro dell’Unione Europea, se esso è fornito di tutte le informazioni specifiche.
  • Certificato di Origine
    Potrebbe essere richiesto anche il Certificato di Origine (facoltativo, secondo le indicazioni dell’importatore). Il Certificato è emesso dalla Camera di Commercio italiana dove ha sede il produttore del bene.
  • Etichettatura
    L’etichettatura è un requisito molto importante per l’FDA. Questa deve contenere:

    • Nome del prodotto
    • Paese di origine
    • Nome e Indirizzo del produttore
    • Peso Netto
    • Stato del prodotto (“a cubetti”, “porzionato”, e così via).
    • Elenco degli ingredienti
    • Informazioni nutrizionali
    • E’ necessario specificare la presenza di eventuali allergeni alimentari.

In conclusione si può con assoluta certezza affermare che l’esportazione di salumi negli Stati Uniti è sicuramente una ottima mossa. I consumatori americani negli ultimi anni hanno infatti evidenziato la loro tendenza a preferire prodotti di qualità e sicuri, ponendo quelli italiani tra i più apprezzati. E’ però necessario affidarsi a esperti del settore prima di intraprendere queste operazioni, al fine di velocizzare il processo ed evitare rischi.

 

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