L’acquisto di beni in criptovalute sta aumentando di anno in anno, ma le regolamentazioni in materia di pagamento delle imposte sul reddito non sono ancora state definite in maniera uguale per tutti gli Stati Uniti. Come ci si deve comportare allora?
Criptovaluta e imposta sulle vendite negli USA
Nel 2022, molte aziende hanno dovuto avere a che fare con gli incassi in criptovaluta per compilare la propria dichiarazione dei redditi.
Il problema principale è stato quello di determinare come gestire l’incasso in criptovaluta dei beni venduti.
Ad esempio, un’azienda che vende un oggetto sul proprio e-commerce al prezzo di 20$ e che permette il pagamento in bitcoin, riceverà un valore di moneta elettronica pari al prezzo in dollari, col valore dei bitcoin calcolato in quel momento.
Ma sappiamo bene che le criptovalute cambiano ogni giorno di valore e da qui nasce il problema.
La dichiarazione dei redditi deve essere calcolata tenendo conto del valore della criptovaluta al momento dell’acquisto oppure al momento della presentazione della domanda?
Come si deve segnalare il reddito ottenuto in criptivaluta? E per quanto riguarda l’imposta sulle vendite in criptovaluta?
Immaginate un imprenditore che ha appena finito di aprire una società LLC in USA e che si trovi subito a gestire questo problema alla scadenza della presentazione della propria prima dichiarazione dei redditi…. Cerchiamo quindi di fare chiarezza.
Acquisti e Vendite in criptovaluta
Ad oggi, la maggioranza degli Stati USA sta ancora trovando una soluzione alla gestione delle imposte sulle vendite effettuate in criptovaluta.
Le leggi e i regolamenti fiscali attuali, sono stati scritti quando le criptovalute non esistevano ancora.
Così ogni Stato si sta muovendo in maniera diversa. Alcuni ad esempio hanno stabilito che gli acquisti in criptovaluta non sono soggetti all’imposta di vendita. Altri sono corsi ai ripari stabilendo un’imposta sui beni immateriali, tra i quali rientrano le criptovalute.
In ogni caso, per quelle aziende che accettano i pagamenti in criptovalute, è consigliato andare a dare un’occhiata alle linee guida dello Stato in cui opera in materia di tassazione dei beni digitali, in quanto quello stesso Stato potrebbe applicare regole simili.
In alcuni casi, come quelli della California e della Florida, i prodotti digitali sono esenti da imposte mentre in Arizona e Alabama sono Tassabili.
Esempio di oggetto acquistato in criptovaluta
Tornando all’esempio fatto all’inizio, dell’oggetto venduto a 20 dollari ma acquistato in criptovaluta a 0.0011 bitcoin (al valore di oggi che criviamo), come fa il venditore a sapere quale dei due utilizzare in fase di dichiarazione dei redditi?
Alcuni Stati, come quello di New York, hanno deciso che il valore da presentare è quello del bitcoin al momento dell’acquisto. Quindi, anche se nel frattempo i nostri 0,0011 bitcoin fossero passati dal valere 20 a 30 dollari, l’imposta verrebbe calcolata su 20 $.
Ma questo significa anche che le aziende che operano a New York, debbano tenere una sorta di registro in cui memorizzare il valore della criptovaluta giorno per giorno.
Altri Stati come quello di Washington hanno più semplicemente deciso che l’aliquota non varia anche se il bene viene venduto in criptovaluta. Quindi si fa riferimento ai dollari e si paga su quelli. Nel nostro esempio, 20$.
Rimanere aggiornati aiuta
In questo scenario, per coloro che siano titolari di un’attività commerciale negli USA, la strada più saggia è quella di tenersi aggiornati, anche se capiamo che tra le mille cose da fare, questo è un impegno in più.
L’alternativa è rivolgersi a professionisti della contabilità che si occupino di questi aspetti essendo, per il loro lavoro e le loro competenze, sempre aggiornati in materia.
Se la tua azienda opera negli USA e accetti pagamenti in criptovaluta, rivolgiti con fiducia a noi di Export America Group, per una prima consulenza mirata a trovare la migliore soluzione per te.